#OpenCamera gremita di gente: “La Riforma del Senato dopo 30 anni diventerà realtà. E servirà anche all’economia”

La riforma costituzionale che supera il bicameralismo, i i provvedimenti economici, le banche popolari, la questione libica e la crisi ucraina, la riforma delle pensioni, i problemi del territorio e le conseguenze dell’alluvione: moltissimi i temi affrontati domenica mattina a San Martino in Strada, al Bar Amadori, nell’incontro di #OpenCamera organizzato dal deputato Marco Di Maio, uno degli appuntamenti del ciclo di assemblee pubbliche aperte a tutta la cittadinanza in cui attraverso domande e risposte dal pubblico si fa il punto della situazione su quanto avviene a Roma e nel territorio.

“La riforma costituzionale è una delle più importanti di questa legislatura – ha spiegato il giovane parlamentare – perchè supera il bicameralismo che tanto rallenta il nostro iter legislativo, snellisce le procedure, riduce i costi, abolisce definitivamente il Cnel e le Province, rivede e corregge le competenze tra Stato e Regioni. Tutte cose di cui si discute da molti anni e su cui questo parlamento è impegnato da un anno. Non possiamo permettere di rimandare ancora. Cambiare le istituzioni del nostro Paese è un dovere, un atto anche di credibilità nei confronti dei nostri partner internazionale e soprattutto una necessità per rendere più moderna l’Italia”.

Il riferimento, ovviamente, va allo scontro avvenuto con le forze di opposizione, che hanno deciso di abbandonare l’aula e non partecipare ai voti degli emendamenti e degli articoli della riforma. “E’ sbagliato dire che non si è dato spazio alle opposizione – ha spiegato il parlamentare – perchè si è concesso più tempo di quello previsto da regolamento per la discussione, si sono accolti alcuni emendamenti, si è concesso di spostare il voto finale a marzo. Non potevamo però concedere che su ogni emendamento venissero presentati centinaia di sub-emendamenti fotocopia, al solo scopo di bloccare tutto. E’ giusto assicurare alle opposizione e alle minoranze il proprio spazio, ma è anche giusto lasciare alla maggioranza il diritto di decidere e proseguire sulla linea tracciata”.

Si è parlato anche di economia e lavoro, rispondendo alle domande di alcuni presenti, in una sala gremita da quasi 200 persone. “Il jobs act sta procedendo il suo iter – ha risposto Marco Di Maio – una parte è già legge con gli sgravi per le nuove assunzioni contenuti nella legge di stabilità; la Commissione Lavoro ha terminato il proprio iter sul parere al decreto che istituisce il contratto a tutele crescenti; assumere a tempo indeterminato diventerà più conveniente che assumere in forma precaria”.

Sulle pensioni, poi, Marco Di Maio ha confermato che “il Governo sta analizzando il problema, che non è solo quello delle pensioni d’oro ma più in general la tenuta dell’intero sistema. Il nuovo presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha mandato di lavorare su questo. Una piccola rivouzione sarebbe rimodulare le pensioni retributive sulla base dei contributi effettivamente versati”.

Dal pubblico anche una domanda sulla riforma delle banche popolari, su cui il deputato romagnolo sarà impegnato nelle prossime settimane. “Il provvedimento è contenuto nel cosiddetto ‘investment compact’ – spiega Marco Di Maio – che include una serie di provvedimenti che sono volti a incentivare gli investimenti. Tra questi anche un articolo dedicato alla riforma del sistema delle banche popolari che abbiano un capitale superiore agli 8 miliardi di euro. Si tratta di dieci istuti, che conservano la forma di società cooperativa quando ormai è evidente a chiunque che dei valori di mutualità tipici della cooperazione hanno pochissimo. Sono sacche di privilegio e rendite di posizione che indeboliscono il sistema finanziario, lo rendono vulnerabile e rischiano alla lunga di far pagare un prezzo a tutta l’economia. Aprire il mercato delle popolari a nuovi investitori significa rafforzarne il patrimonio e la solidità, a beneficio di imprese e cittadini che potranno più facilmente accedere al credito e ottenere supporto”.

Non poteva mancare un intervento sulla politica estera, di cui molto si discute sui mezzi di informazione in queste ore. “La Libia e l’Ucraina sono due scenari di crisi internazionale molto delicati, seppur diversi tra loro – ha osservato Marco Di Maio -. In entrambi i casi o l’Europa capisce che deve agire unitariamente, oppure qualsiasi soluzione venga trovata non potrà che essere temporanea e poco efficace. Come lo sono state quelle che l’Occidente ha tentato di imporre, anche con la forza, in molti paesi del Medio Oriente”.