Unione dei Comuni, Ancarani (Pd): “Servono azioni immediate”

“Le preoccupazioni dei lavoratori sul futuro dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese sono più che comprensibili – dichiara il segretario territoriale del Pd Forlivese, Valentina Ancarani, riferendosi allo stato di agitazione proclamato da Cgil, Cisl e Uil -. E’giunto il momento di compiere alcune delle scelte strategiche che sono state per troppo tempo rinviate. Lunedì 10 aprile la Direzione del Pd forlivese si è riunita nuovamente sul tema, con un unico punto all’ordine del giorno, che riguardava proprio l’Unione, in particolare l’analisi della situazione attuale e le  iniziative future’. Assieme ai sindaci presenti abbiamo discusso dei fronti aperti e abbiamo individuato alcune linee di intervento immediate”.

E’stata ribadita – spiega il segretario dem – la necessità di adeguare la struttura organizzativa a un Ente articolato e di dimensioni importanti per estensione territoriale e numero di abitanti: si deve quindi ripensare un modello specifico per questa realtà. In secondo luogo occorre valutare se una nuova governance possa essere più funzionale di quella pensata all’atto della costituzione. In terza battuta bisogna ridefinire la vocazione delle tre sedi sul territorio, per rendere più efficiente l’Ente. Inoltre serve investire sul personale e sulla sua specializzazione.  Va infine predisposto un piano di sviluppo dell’Unione per i prossimi anni. Una linea all’interno di questo piano dovrebbe prevedere, ad esempio, la gestione a 15 Comuni dei servizi di welfare, già gestiti in forma associata”.

 “A distanza di due anni dall’Atto di adesione dei 15 Comuni all’Unione della Romagna forlivese, il Partito Democratico conferma la validità del progetto e dell’idea che hanno portato alla scelta intrapresa dai sindaci. Le finalità di razionalizzare la spesa e ottimizzare il funzionamento istituzionale, di abbattere i costi snellendo la burocrazia ed efficientando l’amministrazione, restano validi ed attuali. Riteniamo invece – prosegue Ancarani – che le difficoltà incontrate fin qui non debbano essere d’ostacolo al perseguimento e all’ottenimento degli obiettivi attesi, bensì debbano essere affrontate e risolte, mettendo in atto le linee di intervento sopra descritte, con un piano di monitoraggio serio da parte delle istituzioni coinvolte”.

“La vittoria del ‘No’ al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, in tema di riordino istituzionale, ci ha consegnato un quadro confuso e dal futuro incerto. Anche per questo occorre preservare e potenziare le enormi energie messe in campo fino ad ora per avviare i processi di unificazione delle gestioni associate importanti all’interno dell’Unione e concludere il progetto avviato”, chiude il segretario.