Tesseramento, lettera agli iscritti

Qual è il senso di iscriversi ad un Partito nel nuovo millennio? Probabilmente molti di noi se lo sono chiesto, almeno una volta, in questi anni, giungendo a conclusioni diverse. 

Qualcuno l’ha perso, qualcuno l’ha ritrovato, qualcun altro ha rinunciato a trovare una risposta, ma è rimasto fedele all’idea di voler esercitare fino in fondo il diritto costituzionale di concorrere con metodo democratico a determinare la vita politica del paese.

Per molti, sicuramente per me, aderire al Partito democratico ha significato e significa tuttora, aderire ad una idea di società progressista, aperta al cambiamento, europeista, solidale e ad una comunità politica fondata su valori comuni, a partire dall’antifascismo, capace di tradurre i propri ideali in azioni di governo.

Oggi a queste ragioni credo se ne possa aggiungere una, fondamentale: aderire al Pd significa ribadire con chiarezza che non è nella divisione che troveremo la forza per fronteggiare le forze conservatrici e populiste che dilagano in Italia così come in Europa e nel resto del mondo. Non è nella scissione richiamata da taluni (padri?) che troveremo le risposte alle sfide che ci attendono. 

Cosa fare? Eradicare quanto prima la malattia autoimmune che affligge il nostro Partito dalla nascita. In questo ognuno di noi può essere decisivo, scegliendo di essere un anticorpo sano in un sistema da riequilibrare. Occorre poi lavorare su una identità chiara, su proposte innovative che rispondano ai nuovi bisogni, finalizzate al riequilibrio della ricchezza e alla difesa convinta dell’Europa. Di questo dovremmo occuparci invece di perderci in dibattiti, che appassionano solo una élite narcisista e priva di senso della realtà. Ridiamo forza all’idea che ci ha convinto indipendentemente dall’ età e dalla storia politica e personale di ciascuno, ad aderire ormai dieci anni fa al Partito democratico. Ripartiamo da qui.

Valentina Ancarani

Segretario territoriale Pd forlivese