Omicidio stradale, passaggio decisivo alla Camera: “E’ la fine dell’impunità”

“Dopo anni di attesa, di raccolte di firme, di ingiustizie, di promesse ora ci siamo: l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di omicidio stradale è ad un passo e l’impunità per chi commette questo reato ha i giorni contati”. Il deputato Marco Di Maio commenta così il voto della Camera alla legge che istituisce nel sistema giuridico italiano il reato di omicidio stradale, come richiesto a gran voce in questi anni dalle associazioni che si battono per la sicurezza stradale (a partire da Asaps, “Lorenzo Guarnieri” e “Gabriele Borgogni”) e delle vittime delle stragi sulla strada.

“E’ una legge importante, costruita con un ampio lavoro di ascolto e coinvolgimento, che ora il Senato deve votare in via definitiva affinchè possa a tutti gli effetti entrare in vigore – spiega il parlamentare romagnolo -. Non siamo mai stati vicini come ora al traguardo e faremo di tutto per spingere i senatori a fare presto”.

Certo, da solo questo provvedimento non basta per contrastare una delle piaghe del nostro paese: “servono provvedimenti per l’educazione stradale, la manutenzione della segnaletica e, ovviamente, delle strade – aggiunge MArco Di Maio -. Si tratta comunque di un fatto importantissimo, che inasprisce le pene per chi con la propria condotta (ubriaco o imbottito di droga) provoca incidenti letali”.

Vediamo nel dettaglio cosa prevedono le norme approvate dalla Camera. “Si prevedono tre livelli di pena, differenziati sulla base della gravita delle condizioni in cui il fatto viene commesso – spiega Marco Di Maio -. Si prevedono da 8 a 12 anni di carcere se l’omicidio è commesso in stato di ubriachezza grave (con un tasso superiore a 1,5 grammi per litro) o sotto effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope; da 5 a 10 anni di carcere se l’omicidio è commesso in uno stato di ubriachezza (con un tasso tra 0,8 e a 1,5 grammi per litro) e  in presenza di violazioni stradali (eccesso di velocità, guida contromano, il mancato rispetto del semaforo, sorpassi e inversioni a rischio); da 2 a 7 anni se l’omicidio è commesso in violazione del codice della strada”.

Specularmente sono tre anche i livelli di pena per le lesioni personali. Nel caso in cui il conducente sia ubriaco o drogato le pene vanno da 3 a 5 anni di carcere per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Nel caso in cui il conducente abbia nel sangue un tasso tra 0,8 e a 1,5 grammi di alcool per litro o l’incidente sia causato da manovre pericolose scatta la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime. Nel caso di violazione del codice della strada (senza alterazioni psicofisiche ) resta la pena prevista attualmente.

“Ci sono anche condizioni in cui vengono applicate delle aggravanti – aggiunge Marco Di Maio -; ad esempio, se il conducente fugge dopo l’incidente la pena aumenterà da un terzo a due terzi, e non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Altre aggravanti sono previste se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione”.

Le disposizioni di legge prevedono anche la revoca della patente in alcuni casi. “In realtà la revoca è automatica – fa notare il parlamentare forlivese – nei casi in cui vi sia una condanna o un patteggiamento per omicidio o lesioni stradali. Ciò implicherà che si potrà ottenere una nuova abilitazione alla guida solo dopo 15 anni in caso di omicidio o 5 anni in caso di lesioni. Questi termini vengono aumentati sulla base di alcune aggravanti, come ad esempio se il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale”.